Streptococco beta emolitico di gruppo A e Scarlattina
Gli streptococchi sono un gruppo eterogeneo di batteri molto diffusi in natura. Alcuni di questi microrganismi popolano normalmente l’organismo senza causare danni, talvolta collaborando alle funzioni fisiologiche dell’ospite, altri sono responsabili di malattie.
Lo Streptococco beta emolitico di gruppo A (abbreviato come “GAS” Group A Streptococcus) fa parte di questa famiglia ed è responsabile di malattie lievi che possono interessare la gola (faringotonsillite streptococcica), possono manifestarsi con esantema cutaneo (Scarlattina) o evolvere in forme invasive (iGAS).
I sintomi sono estremamente variabili e dipendono dalla gravità dell’infezione e dalla sede interessata:
- mal di gola;
- mal di testa;
- febbre superiore a 38°C;
- malessere generale;
- ingrossamento dei linfonodi del collo;
- esantema/rush cutaneo. Tale manifestazione, associata a tampone faringeo positivo da Streptococco beta emolitico di gruppo A, prende il nome di scarlattina.
La scarlattina si manifesta con mal di gola e un esantema che inizia generalmente dal torace per poi espandersi a schiena e arti. Il viso può arrossarsi e la lingua si ricopre di una patina bianca che dopo qualche giorno lascia spazio alla tipica “lingua a fragola”.
Nei casi in cui l'infezione da GAS evolve in malattia invasiva (iGAS), i segni/sintomi sono molto variabili e possono dare origine a svariate forme cliniche: meningite, polmonite, sepsi, shock settico, eruzione emorragica, peritonite, pericardite, fascite necrotizzante, ecc.
Trasmissione: L’Infezione da Streptococco di gruppo A si trasmette per contatto diretto con le secrezioni provenienti dalla gola o dal naso di individui infetti (es. muco e saliva emessi con colpi di tosse, starnuti o semplicemente parlando) o con lesioni cutanee infette.
Il periodo di incubazione è breve (2-5 giorni). La maggior parte dei casi si verificano nel tardo autunno-inverno ed in primavera.
Colpisce prevalentemente l’età pediatrica (0-15 anni), anche se tutta la popolazione risulta suscettibile. L’infezione non genera immunità (ricordo di pregressa malattia) e pertanto ci si può ammalare più volte.
Diagnosi: Il tampone faringeo consente di confermare la presenza o meno del microrganismo. Per la scarlattina è essenziale, oltre al tampone positivo, la diagnosi clinica (presenza dell’esantema). Per le forme invasive la diagnosi avviene attraverso l’evidenza dello streptococco nel sangue o in altri liquidi biologici.
Trattamento: Normalmente il trattamento consiste nella somministrazione di antibiotici, su prescrizione medica. Il trattamento antibiotico riduce il rischio di potenziali complicanze e interrompe la contagiosità. È quindi consigliabile che la persona non frequenti la collettività fino a quando è malata e, comunque, per almeno 24 ore dall’inizio della terapia antibiotica.
Prevenzione: L’Italia, come il resto dell'Europa, da gennaio 2023 sta registrando un aumento dei casi di scarlattina, con il rischio di evoluzione in malattia invasiva (iGAS). Attualmente l'organizzazione Mondiale della Sanità stima come basso il rischio di iGAS per la popolazione generale, considerando che i casi segnalati non sono causati da un nuovo ceppo, che la malattia è facilmente curabile con antibiotici e che l'attuale aumento dei casi di iGAS , segnalati in alcuni Paesi europei, è moderato.
Al fine di monitorare la situazione nazionale, sono state adottate iniziative di sorveglianza che coinvolgono i medici del territorio e i PS ospedalieri.
Al fine di evitare la diffusione del contagio, soprattutto nelle collettività scolastiche e di lungo degenza, è buona prassi applicare le seguenti precauzioni:
- coprire naso e bocca quando si tossisce o starnutisce
- smaltire immediatamente i fazzoletti utilizzati
- lavarsi spesso le mani con acqua e sapone
- non condividere asciugamani, lenzuola, utensili, bicchieri ed altri oggetti personali.
Le scuole e le altre strutture educative ove vengono segnalati casi di infezione da streptococco, dovrebbero seguire le indicazioni per la pulizia e la disinfezione dei giocattoli e delle superfici toccate di frequente, oltre a favorire l’aerazione degli ambienti.
Si ricorda che non esiste un vaccino specifico, ma considerato che alcune infezioni respiratorie, come influenza e varicella, possono aumentare il rischio di sviluppare iGAS, sarebbe opportuno somministrare le vaccinazioni anti-influenzale e anti-varicella ai conviventi e contatti stretti di caso, qualora non fossero ancora stati immunizzati.
Per le donne in gravidanza è consigliabile evitare contatti stretti con persone malate, anche se non esistono studi che possano confermare la pericolosità per il feto.
Documenti utili alle SCUOLE di ogni ordine e grado:
Approfondimenti:
Responsabile della pubblicazione: Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria
Ultimo aggiornamento: 25/04/2025