SALVAGENTE MAMMA
La depressione materna influisce non solo sulla qualità di vita della donna e sulla sua esperienza di maternità, ma anche sul benessere del neonato, del partner, di eventuali altri figli e su chiunque le stia vicino, inclusi coloro che cercano di prendersene cura ed aiutarla. La depressione postpartum colpisce circa il 10% delle donne dopo la nascita del loro bambino. Inizia in genere a manifestare i propri sintomi intorno ad 1 mese di vita del bambino, per raggiungere l’apice clinico intorno al terzo-quarto mese. Le manifestazioni cliniche variano tuttavia per intensità e sintomatologia. Ciò che definiamo depressione postpartum racchiude in realtà quadri diversi, che come tali vanno trattati in modo diverso: ad esempio disturbi depressivi con disinvestimento affettivo sul bambino, disturbi d’ansia, di personalità, o disturbi della relazione mamma-bambino.
Perché lo screening?
Le conseguenze della depressione postpartum in assenza di aiuto e trattamento, possono essere di lunga durata ed avere costi elevati per le donne e le loro famiglie, ma anche in termini di risorse sanitarie. Numerosi studi internazionali hanno confermato che la depressione nel postpartum ha effetti dannosi sullo sviluppo del bambino a partire dall’infanzia fino all’adolescenza. Per ciò è di basilare importanza poter intervenire in termini preventivi con uno screening [Milgrom J. & Gemmill J., Best practice & research, Clinical obstetrics and gynaecology, 28 (2014), 13-23]. Gli strumenti di screening non possono sostituire il colloquio e l’osservazione clinica, non rappresentano uno strumento diagnostico, in quanto nessun test o questionario può fornire di per sé una diagnosi.
Quali strumenti?
Alla luce degli studi internazionali e nazionali sullo screening nel periodo perinatale abbiamo deciso di utilizzare oltre alla EPDS (Edinburgh Postnatal Depressione Scale), anche un secondo strumento autosomministrato, al fine di ridurre al minimo i falsi positivi. La letteratura infatti consiglia l’uso di almeno due questionari specifici per la depressione postpartum. L’utilizzo di due strumenti permette di ridurre al minimo la presenza di falsi positivi e, di conseguenza, il numero dei colloqui di approfondimento [Milgrom J. & Gemmill J., Best practice & research, Clinical obstetrics and gynaecology, 28 (2014), 13-23].
In particolare ci siano focalizzati su tre studi:
- un recente studio condotto negli USA a Pittsburgh nel 2013. Sono state valutate 10.000 donne cui hanno somministrato l’EPDS (telefonicamente) tra la 4 e la 6 settimana postpartum. Tutte le donne positive allo screening sono state viste per un colloquio individuale dove è stata somministrata la SCID-I per effettuare una diagnosi psichiatrica (diagnosi ICD-10 principale: depressione unipolare).
- uno studio condotto da Lee e colleghi nel 2000 (Hong Kong), dove sono stati utilizzati due strumenti di screening risultati molto efficaci per ridurre i falsi positivi (EPDS e GHQ 12, General Health Questionnaire a 12 domande). [Lee D.T. et al., Screening for Postnatal Depression using the double-test strategy, Psychosomatic Medicine, 62:258-263, 2000]
- uno studio simile che è stato ripetuto in Italia nel 2009 da Grussu e Quatraro su un campione di 297 donne afferenti ai consultori. Gli strumenti in unione si sono dimostrati efficaci per rilevare il rischio di depressione postpartum (gli autori trovano una percentuale del 13%, simile ai dati di letteratura). [Grussu P., Quatraro R.M, Prevalence and risk factors for a high level of postnatal depression symptomatology in Italian women: a sample draw from antenatal classes, European Psychiatry, 24:327-333, 2009].
Ritenendo importante valutare le donne in un periodo che va dal 3° al 6° mese postpartum, come suggerito dalla letteratura, e in un luogo meno selezionato del consultorio familiare, dove vi afferiscono le donne che hanno una certa sensibilità al richiedere aiuto, abbiamo deciso di strutturare lo screening presso i centri vaccinali. Alle donne positive al test verrà consigliato un colloquio psicologico di approfondimento, condotto da uno psicologo appofonditamente foprmato presso il consultorio familiare di competenza: qualora dal colloquio emergesse una sintomatologia psichiatrica specifica la situazione verrà presa in carico dall''amulatorio per la depressione in gravidaza post partum dell'ASST Papa Giovanni XXIII dove una equipe multidispcilanre sarà in grado di fornire le cure più idonee.
Situazione Attuale
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ASST Papa Giovanni XXIII. Sono stati coinvolti tutti i centri vaccinali per la somministrazione dei questionari di autovalutazione e i 2 Consultori Familiari per i colloqui di valutazione e la presa in carico dei casi meno gravi. I casi complessi sono inviati all’ Ambulatorio per la Depressione in Gravidanza e nel Post-Partum (Resposanbile Dott.ssa Emi Bondi) del Centro Varenna attivo al Matteo Rota. Lo screening ma anche la risposta di cura, ove necessaria, è quindi attiva per tutte le mamme.
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ASST Bergamo EST, si è avviato a novembre 2015 lo screening nel centro vaccinale di Seriate ed è attivo il Consultorio familiare di Seriate.
Responsabile della pubblicazione: Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria
Ultimo aggiornamento: 04/03/2025